La storia

 

Ci troviamo nel cuore dell’antica contrada di Porta Bormina Capo di Terra, all’interno dell’originaria cinta muraria rinascimentale voluta dal Duca di Milano, a protezione della città dall’attacco dei Grigioni che nel 1487 occuparono Bormio, scendendo per la Valtellina, depredando e saccheggiando l’area abitata tiranese. Ludovico Sforza detto Il Moro, temendo di perdere la città e il suo territorio, fece predisporre dai suoi architetti un grandioso piano di fortificazioni che, secondo i concetti militari dell’epoca, doveva far perno su un agguerrito castello. A capo degli architetti della corte Sforzesca v’era, Leonardo Da Vinci e qualcuno suppone che l’apparato per le fortificazioni di Tirano sia stato visionato dallo stesso Leonardo. Indubbiamente in quegli anni egli fu in Valtellina come si evince da alcune sue vivacissime annotazioni annoverate nel Codice Atlantico: “Fa vini potenti e assai, … e ‘l vino vale el più uno soldo il boccale e la libbra della vitella un soldo e ‘l sale 10 dinari, e ‘l simile il burro, ed è la loro libbra 30 once, e l’ova un soldo la soldata” dove descrive con familiarità le peculiarità del territorio valtellinese.

Castello di Santa Maria oggi

Rilievo matericoprima del restauro, disegno di Renata per esame universitario (Politecnico di Milano facoltà di Architettura)

Con queste fortificazioni Tirano assunse la configurazione topografica che ancora oggi si può facilmente ravvisare. La difesa fortificata partiva dal Castello di Santa Maria, sito restaurato nel 2001 oggi denominato Castellaccio, racchiudendo il nucleo storico attorno alla chiesa Parrocchiale di San Martino e ai palazzi nobiliari dando protezione e accesso all’abitato attraverso tre Porte in direzione delle città omonime: Milano, Poschiavo e Bormio.

Le tre Porte di accesso alla città fortificata. Porta Poschiavina – Porta Milanese – Porta Bormina.

La nostra dimora

La nostra dimora, inglobata nella cinta muraria, si trova proprio a ridosso dell’arco di Porta Bormina, oltrepassato il quale si può ancora percorrere l’antica e suggestiva strada acciottolata che nel passato conduceva alla Contea di Bormio e che oggi attraversa i campi di mele e vitigni, fino alla frazione Cologna.

Vecchie immagini raccontano le trasformazioni della contrada di Porta Bormina.

La casa, come antica tipologia rurale a torre, risale al XII secolo. Nel 1512 con l’arrivo dei Grigioni viene redatto il primo estimo della città di Tirano in cui la casa viene registrata a nome della proprietà Manfredotti notai e costruttori. Nei documenti vengono annoverati più ‘fuochi’ che ai tempi stava a significare la presenza del focolare domestico quindi di una o più famiglie che vivevano nei locali a volta dell’edificio posti al piano terra mentre ai piani superiori gli spazi erano adibiti a fienile. Nel 1988 la proprietà viene acquistata dal padre di Renata, Michelino Falciani, artista e insegnante di educazione artistica che, grazie al suo amore per l’arte, da vita ai primi passi verso il risanamento della dimora e all’ambizioso progetto di ristrutturazione condotto poi nel 2006 dalla figlia, architetto e attuale proprietaria con il marito Luca. I primi lavori hanno dato inizio alla riconversione della parte a fienile in abitazione privata destinata alla coppia, vedendone nel 2008 il matrimonio e nel 2010 la nascita della figlia Giulia. Gli spazi al piano terra, un tempo gli unici ad essere destinati a locali di abitazione vengono adibiti ad ospitalità con l’attività di B&B che la famiglia ha gestito fino al 2022 anno in cui ha avuto inizio il secondo intervento di ristrutturazione ed ampliamento che vede la creazione degli appartamenti “Loft” e “Suite” sapientemente recuperati con gusto e passione nati dalla la fusione di nuovo e vecchio in un perfetto connubio tra innovazione e tradizione.
Ogni oggetto e arredo viene cucito su misura e nasce da legni vecchi recuperati durante i lavori e la messa a dimora di opere d’arte che caratterizzano gli spazi sempre con l’utilizzo di materiali insiti dei luoghi nell’attenta ricerca del ‘Genius Loci’. Si è cercato di preservare gli elementi originali della struttura e il ripristino del suo funzionamento eliminando tutto ciò che nel tempo era stato aggiunto come superfetazione e compromissione della purezza e fisionomia originaria. Un attento studio delle immagini storiche ha permesso di riportare il fronte strada al suo assetto originario con un piccolo ingresso laterale e una nicchia sede di un’opera d’arte raffigurante l’Angelo protettore della Porta realizzata dal padre di Renata, con formelle di terracotta smaltata.

Angelo protettore di Porta Bormina opera dell’artista Michelino Falciani alloggiata in nicchia sulla facciata principale dell’edificio.

Porta Bormina Loft & Suites

Via Porta Bormina, 9
23037 Tirano (Sondrio)

tel.: +393495306644
email: portabormina@dormireatirano.it

Suite

Il corpo di fabbrica storico, con la sua volta a botte e i muri in sasso restaurati, rievoca il fascino della tradizione medioevale. Ogni dettaglio, dagli arredi recuperati in loco al letto scelto per il massimo comfort, crea un’atmosfera accogliente e raffinata. La stanza da bagno, con nicchie in pietra e un’elegante petineuse dell’800, avvolge gli ospiti in un’atmosfera d’altri tempi. Il traliccio in legno e la piccola cantina a volta, visibile attraverso un serramento a vetro, aggiungono ulteriore carattere a uno spazio dove storia e design si incontrano.

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Suite Storica

Questa parte di edificio, ristrutturata nel 2006, occupa il piano terra della prima porzione della casa. Un ampio monolocale con soffitto a volta irregolare poggia su spessi muri in pietra, costruiti con la tecnica “a sacco” per garantire una climatizzazione naturale. L’uso di materiali tradizionali, come il legno su misura per gli arredi e il serpentino per i pavimenti, crea un’atmosfera avvolgente che richiama il passato rurale. Il bagno, ricavato nell’antica cantinetta voltata sotto la strada, valorizza gli spazi raccolti e conserva una piccola finestra, un tempo feritoia di avvistamento, che oggi incornicia la chioma di un sambuco all’ingresso.

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Loft

Il nuovo corpo di fabbrica, ex falegnameria, diventa un elegante openspace con affaccio sul giardino. Lo stile industriale si fonde con la tradizione locale grazie a muri in pietra e rivestimenti in legno di larice. Cucina laccata nera, tavolo in legno grezzo e ante scorrevoli artigianali definiscono gli spazi, mentre un soppalco sopra la sala da bagno offre un angolo di relax. Materiali autentici e dettagli ricercati creano un’atmosfera unica e sofisticata.

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